giovedì 29 novembre 2012

Prezioso come un rubino: il melograno


Il melograno è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicaceae il cui nome scientifico è Punica Granatum; il suo aspetto è quello di un cespuglio con foglie verdi e lunghe e può raggiungere un'altezza massima di 4 metri circa. 
L'origine della pianta del melograno non è certa, quella più accreditata la vede provenire dall'Asia sud - occidentale; ad oggi il melograno cresce ed è coltivato nelle zone mediterranee dell'Europa e dell'Asia, ma anche del Nord America. I suoi fiori e i suoi semi sono di color rosso, il suo frutto, chiamato melagrana, ha la forma di una mela che, come dice il nome stesso, contiene al suo interno moltissimi semi (grani).

Il frutto del melograno è particolarmente ricco di sali minerali quali potassio, manganese, zinco, rame e fosforo; in quantità minore troviamo anche ferro, sodio e calcio. Abbondante anche la presenza di vitamine: A, B, C, E e K. Oltre all'acqua, che naturalmente rappresenta l'elemento principale, troviamo zuccheri, fibre e grassi.

Il melograno è caratterizzato dalla presenza di sostanze benevole per l'organismo come per esempio i flavonoidi, gli antiossidanti, vari tipi di acidi, tra cui l'ellagico e il gallico, la quercitina e altri principi attivi molto benefici che gli hanno fatto meritare il nome di "frutto della medicina".

Fin dall'antichità questo particolare frutto  è stato simbolo di abbondanza e longevità e già da allora le sue molteplici proprietà terapeutiche erano ben note; oggi la medicina ufficiale non ha fatto altro che confermare tali proprietà. Vediamo quali. La sua virtù più importante è quella che riguarda la presenza di sostanze ad alta attività antitumorale come l'acido ellagico, i flavonoidi ed altre sostanze con proprietà antiossidanti che nel loro insieme collaborano in modo attivo nella cura di vari tumori ( prostata, pelle, seno, polmoni).

Il melograno ha inoltre proprietà vermifughe, molto utili contro il famoso verme solitario (Tenia solium), un parassita molto fastidioso dell'uomo. Grazie alla presenza di tannino (acido ellagico) il succo del melograno ha anche proprietà astringenti ed è quindi utile in caso di diarrea.

Secondo recenti studi l'assunzione protratta nel tempo del suo succo sarebbe in grado di proteggere il cuore dalla formazione di placche aterosclerotiche, non solo, anche i disturbi causati dalla menopausa ( depressione e ossa fragili) sembra traggono buoni benefici dall'assunzione di succo di melograno.

venerdì 9 novembre 2012

Il mandarino: piccolo, tondo e gustoso


Il mandarino (Citrus reticulata) appartiene alla famiglia delle Rutacee (genere citrus insieme al cedro e al pompelmo) ed è un albero da frutto. Dei tre appartenenti al genere Citrus è l’unico frutto dolce. Il suo arbusto è alto poco più di due metri e, in alcune particolari varietà, può arrivare anche a quattro. Ha la forma di una piccola sfera leggermente appiattita sopra e sotto e le sue foglie si presentano piccole e profumate. La polpa ha il classico colore arancio chiaro ed è costituita da piccoli e succosi spicchi. Anche la buccia, sottile e profumata, è arancione ed è molto facile rimuoverla per assaporare il frutto. Il mandarino generalmente viene consumato fresco ma è anche particolarmente apprezzato sotto forma di frutta candita o marmellata. Un albero adulto può fornire circa 600 frutti all’anno, considerati molto preziosi per la salute, specialmente nei mesi autunnali e invernali quando le difese immunitarie si abbassano e si è quindi più esposti ai “mali di stagione”. I mesi migliori per acquistarli sono da gennaio a marzo e a dicembre ma occorre dire che in quest’ultimo mese generalmente raggiungono il massimo della maturazione e quindi del gusto.

Per capire se un mandarino è buono basta “testare” il suo peso (che deve essere consistente rispetto al volume); inoltre la buccia deve essere tesa e molto “attaccata” alla polpa. Il frutto va consumato dopo aver tolto la buccia, facendo molta attenzione a non intaccare la polpa interna. Va conservato in luogo fresco e asciutto per una settimana al massimo. La “dose” giusta per una persona è rappresentata da due frutti. Le sue proprietà benefiche sono innumerevoli, per questo vale la pena di consumarlo con regolarità.

Il mandarino ha notevoli proprietà terapeutiche. Del frutto non si butta nulla: la sua buccia infatti è piena di limonene (principio antiossidante) che ha la caratteristica di ritardare l’invecchiamento della pelle e sempre dalla buccia si estrae un olio essenziale in grado di calmare l’ansia e combattere insonnia e ritenzione idrica. Molto ricco di vitamina C, essenziale per mantenere reattivo e vigile il cervello, il mandarino è anche ricco di fibre e carotene e possiede anche molte vitamine del gruppo B e vitamina A, oltre ad una consistente percentuale di ferro, magnesio e acido folico. In considerazione della notevole quantità di fibre in esso presenti, il mandarino risulta particolarmente indicato per il benessere dell’intestino e viene indicato nelle diete perché si presenta come un frutto nutriente e facilmente digestivo. A differenza di altri agrumi, i semi del mandarino, anche se masticati, non solo non fanno male ma apportano vitamine. La polpa del mandarino (ricca di vitamina C), è utile per prevenire il raffreddore e protegge mucose e capillari, la vitamina P, invece, combatte la ritenzione idrica e favorisce la diuresi; inoltre contiene calcio, potassio e fibre, indispensabili per le ossa e per l’intestino e regola la pressione arteriosa. Gli scienziati del National Institute of Fruit Tree Science e anche altri studi paralleli sostengono che il mandarino avrebbe proprietà antitumorali (sembra che bere un bicchiere di succo di mandarino al giorno riduce il rischio di sviluppare il tumore del fegato) e proteggerebbero il cuore. I ricercatori australiani sostengono, inoltre, che il consumo di arance e mandarini ridurrebbe del 50% le probabilità di cancro del tratto digestivo e del 20% di ictus.

Valori nutrizionali del mandarino per 100gr. di prodotto 
Proteine: 0,9 
Lipidi: 0,3 
Glucidi: 17,6 
Fibre: 1,7 
Vitamine:A, B, C, PP 
Minerali: Ferro Potassio, Calcio, Fosforo 
Calorie: 72
Conservazione dei mandarini 
I mandarini si conservano a temperatura ambiente per 2 o 3 giorni, ma se si vuole conservarli più a lungo, vanno riposti in un luogo fresco o nel frigorifero dove dureranno anche fino a 10 giorni.

venerdì 19 ottobre 2012

La quinoa: senza glutine da 5000 anni


Alle pendici delle Ande nasce una pianta particolare che, per l’aspetto dei suoi semi e per le sue caratteristiche culinarie, è definita uno pseudo-cereale anche se in realtà appartiene alla stessa famiglia degli spinaci. E’ la quinoa: leggerissima, digeribile e molto nutriente.
La quinoa arricchiva la dieta delle civiltà pre-colombiane già 5000 anni fa. Gli Incas amavano così tanto questa pianta che la definivano la “madre di tutti i semi” e le rendevano onore con una cerimonia dedicata alla sua semina a cui prendeva parte persino l’imperatore in persona.
E’ vero che per il suo aspetto e per il suo contenuto di amido, la quinoa può essere confusa con un cereale vero e proprio, ma per altri fattori esprime tutta la sua unicità. Innanzitutto non contiene glutine e quindi indicata per i celiaci. Grazie alle proteine di qualità, agli amminoacidi essenziali, ai flavonoidi e al magnesio, al ferro, allo zinco la quinoa può essere considerata amica della nostra giovinezza. Ha proprietà antiossidanti, è protettiva del sistema cardiocircolatorio, aiuta la crescita delle cellule cerebrali e agisce sulla corretta fissazione del calcio nelle ossa.
Prima di impiegare la quinoa in cucina è bene lavarla bene sotto l’acqua corrente per eliminare la saponina, una sostanza molto amara che altererebbe il sapore. Fatto ciò va lasciata in ammollo per alcune ore, per poi essere impiegata in molte pietanze. Come il riso ed altri cereali può essere ridotta in farina per preparare del pane o della polenta.

martedì 16 ottobre 2012

16 ottobre: giornata mondiale dell'alimentazione


Dal 1981 ogni anno il 16 ottobre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Ogni anno siamo invitati a riflettere sul problema “fame e malnutrizione” nel Mondo e a cercare tutti insieme una soluzione visto che nel Mondo c’è abbastanza cibo per tutti. Le calorie in eccesso assunte dagli Italiani sarebbero più che sufficienti a eliminare, per esempio, la fame in Etiopia.
La causa principale è la povertà endemica, seguono le guerre, i disastri naturali (terremoti, inondazioni, siccità) e infine le crisi economiche e finanziarie.
Il 15% della popolazione dei paesi in via di sviluppo soffre la fame, circa 870 milioni di persone, ma il problema è presente anche nei paesi sviluppati (16 milioni di persone).
I dati contenuti nel rapporto “The State of Food Insecurity in the World 2012” sono stati pubblicati dalla Fao, dall’Ifad (Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo) e dal Pam (programma alimentare mondiale) e raccontano quanto in un mondo con opportunità tecniche ed economiche sia inaccettabile che più di 100 milioni di bambini sotto i cinque anni siano sottopeso e quindi non in grado di realizzare il loro pieno potenziale umano: un bambino affamato produrrà dal 5 al 10% in meno di un suo coetaneo ben nutrito.
Numerosi sono gli appelli alla comunità internazionale a compiere sforzi per aiutare i più poveri a realizzare il loro diritto umano fondamentale, una alimentazione adeguata.
Molto si è fatto negli ultimi venti anni: la denutrizione è diminuita di quasi il 30% in Asia e nel Pacifico nonostante la crescita della popolazione.
In America Latina e nei Caraibi i malnutriti sono passati dal 14,6% all’8,3%.
Purtroppo l’Africa resta l’unica regione dell’area in via di sviluppo in cui la fame è in aumento: da 175 a 239 milioni con 20 milioni in più negli ultimi quattro anni.
È sorprendente scoprire che il numero di affamati è in aumento anche nelle regioni in via di sviluppo.
La relazione sottolinea che la crescita globale non è sufficiente per ridurre la fame.
Nei paesi poveri la crescita agricola è efficace quando la maggior parte dei poveri dipende dall’agricoltura e dalle attività connesse.
Inoltre, ridurre la fame è qualcosa di più di un semplice aumento di cibo. È necessario aumentare la qualità del cibo in termini di varietà, contenuto di nutrienti e sicurezza.
E non esiste solo la fame. Esiste anche la “fame nascosta” ossia carenza di micronutrienti necessari per la crescita e per un buono stato di salute.
Il Mondo è di fronte a un doppio carico di malnutrizione: la denutrizione cronica e la malnutrizione di micronutrienti. Tutto ciò mentre l’obesità, il sovrappeso e le relative malattie colpiscono più di 1,4 miliardi di persone in tutto il mondo.

giovedì 11 ottobre 2012

I funghi: buoni o cattivi?


Arriva l'autunno, e con lui tanti diversi tipi di alimenti tipici della stagione: i fughi. Nel nostro Paese è possibile trovare moltissimi tipi di funghi di qualità. Il loro apporto calorico è piuttosto limitato, tanto è vero che essi vengono consumati più per condire e dare gusto ai piatti che per saziarsi.
I funghi sono composti per lo più da acqua (92%) e, in percentuali piuttosto variabili da altri nutrienti quali proteine, grassi (pochi), vitamine e sali minerali. Essendo conosciute moltissime specie di fungo non è possibile fornire una caratterizzazione nutrizionale uniforme. Si pensi ad esempio che una specie di fungo, la Fistulina hepatica, contiene una quantità di vitamina C di molto superiore anche a quella presente negli agrumi. Tuttavia questo fungo è scarsamente reperibile, ed inoltre il suo sapore acidulo non è gradito da tutti. Inoltre sono una fonte molto importante di potassio (utile per il ritmo cardiaco), di fosforo (importante per la formazione delle ossa), rame e selenio (antiossidanti).

Alcuni funghi commestibili hanno proprietà terapeutiche. I funghi shitake, per esempio, contengono germanio, un elemento che rafforza il sistema immunitario, e lentinano, un polisaccaride scoperto nell’Università del Michigan (USA), dalle proprietà antivirali. Secondo alcune ricerche giapponesi e cinesi, il lentinano è in grado di contrastare la leucemia e il cancro al seno, sembra infatti che induca l’organismo a produrre più interferone, un agente di difesa contro i virus e i tumori. Questi funghi sono stati sperimentati con successo anche contro il colesterolo. I funghi neri o moer hanno invece proprietà anticoagulanti, come dimostrato da un ricercatore dell’Università del Minnesota (USA), e sono quindi particolarmente indicati nella prevenzione di ictus e infarto.

L’aspetto negativo dei funghi è certamente la loro scarsa digeribilità (specialmente se crudi). Essi sono in grado di scatenare reazioni allergiche in molte persone. Si sa inoltre che alcuni sono addirittura velenosi per l’organismo umano. Si consiglia pertanto di consumare moderatamente questo alimento (non superare i 200g a porzione). Questa raccomandazione va tenuta in considerazione soprattutto dai bambini e dalle persone anziane, non chè da persone che evidenziano problematiche epatiche. Infatti i funghi esercitano la loro azione tossica specialmente sul fegato.

lunedì 1 ottobre 2012

I segreti dell'imperatore: il tè bianco


Il tè bianco è un tipo di tè non fermentato, ricavato dalle gemme o dalle prime foglie della pianta Camellia Sinensis. Originario della Cina, la sua particolarità consiste nell’essere raccolto soltanto all’alba durante un paio di giorni primaverili e quando i germogli sono ancora chiusi. Così pregiata che esistevano giardini segreti ad uso esclusivo dell'imperatore: fanciulle guantate tagliavano con forbici d'oro solo il germoglio e a volte la prima fogliolina, per poi farle essiccare in vassoi d'oro. 
 Tutte queste accortezze nella raccolta, sono dovute al fatto che il tè bianco si caratterizza  per l’essere  poco alterato e il più naturale possibile, e ciò fa sì che questa bevanda sia estremamente ricca di antiossidanti, flavonoidi e polifenoli.
Il tè bianco contiene importanti quantità di vitamine, soprattutto quelle del gruppo A e del gruppo E, molto indicate per contrastare l’azione dei radicali liberi e per ridurre il colesterolo. Inoltre, il tè bianco contiene meno caffeina rispetto ad altri tipi di tè.
Il suo gusto sottile richiede un palato “esercitato”, altrimenti si rischia di restare davvero delusi.
Alcuni esperti, inoltre, sostengono che il tè bianco sia più benefico di quello verde, nonostante quest’ultimo venga spesso decantato come panacea di tutti i mali.
 Questa convinzione si deve ad uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università Kingston di Londra e della Neal’s Yard Remedies, pubblicato sulla rivista “Complementary and Alternative Medicine”, secondo il quale il tè bianco sarebbe in grado di ridurre il rischio di contrarre il cancro e di rallentare la comparsa delle rughe.
Gli studiosi hanno preso in esame gli estratti di 21 piante ed erbe benefiche per la salute, e il tè bianco è quello che si è rivelato più efficace, in quanto contiene un livello molto alto di antiossidanti che, oltre a ritardare l’invecchiamento, aiutano a ridurre il rischio di incorrere in malattie cardiache e tumori.
Infine, uno studio tedesco, pubblicato sulla rivista “Nutrition & Metabolism”, ha dimostrato come il tè bianco sia utile anche nella lotta all’obesità perché è in grado di frenare la crescita delle cellule adipose stimolando il metabolismo.

giovedì 13 settembre 2012

La violenza umana e l'alimentazione


Sembra incredibile, però la violenza e l’aggressività umana si trovano intimamente relazionate con l’ alimentazione. La mancanza di grassi essenziali può causare depressione, stress, aggressività, fino ad arrivare al suicidio. La scoperta è avvenuta dopo diversi studi realizzati con la collaborazione di carcerati ed alcolisti, negli Stati Uniti e in Inghilterra. Questi si sono sottoposti ad esami e controlli periodici, nei quali si è evidenziata la carenza di Omega-3.
Come sostiene il Dott. Joseph Hibbeln, del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism di Bethesda una città degli Stati Uniti, la mancanza di EPA e di Omega-3 durante la gestazione e nei primi anni di vita possono provocare una riduzione nei livelli di serotonina del cervello nei momenti più importanti della formazione e dello sviluppo neurologico, causando un funzionamento inadeguato del sistema libico e del cortex frontale del cervello.
Questo tipo di problema non si evidenzia solo nei carcerati e negli alcolisti, ma anche in molti bambini e adolescenti violenti.
In altre ricerche, in scuole primarie o licei, si è infatti evidenziato che i ragazzi con diete ricche di zuccheri e cibi da fast food erano i più disobbedienti, aggressivi e depressi. Si evidenzia quindi per  bambini o adulti con problemi di depressione, violenza e aggressività, oltre all’appoggio psicologico la necessità di un corretto apporto nutrizionale, della variazione dello stile alimentare, e della adeguata assunzione di vitamine e minerali.

domenica 9 settembre 2012

Il cibo degli Dei


Diffuso allo stato selvatico nelle foreste dell'Amazzonia, la pianta del cacao (Theobroma cacao) viene coltivata oggigiorno soprattutto nell'America centro-meridionale e nell'Africa tropicale. Dai suoi semi si ricava la polvere di cacao, utilizzata per creare il cioccolato e moltissimi altri dolci. I primi a intraprendere la coltivazione con successo furono però i Maya, che dalle piantagioni dello Yucatan (nel Messico) svilupparono un fiorente commercio e, inoltre, usarono i semi come moneta negli scambi tra le tribù indigene.
Pur essendo un alimento ipercalorico, cioè ad alta densità energetica (540-560 kcal/100 g di prodotto), il cioccolato, e in particolare quello nero ed amaro (noto come cioccolato fondente), ha eccellenti proprietà nutrizionali nobili che lo rendono adeguato a far parte di un regime alimentare “sano ed equilibrato”. Fra le qualità del cioccolato fondente ricordiamo il bassissimo contenuto in colesterolo e le elevate quantità di steroli vegetali, utili ad abbattere l’assorbimento del colesterolo alimentare (esogeno), mediante un’azione antagonistica nei confronti di quest’ultimo; un buon contenuto di sali minerali, quali calcio, magnesio e ferro; la presenza di sostanze ad azione psicoattiva con effetti euforizzanti e positivi sull’umore e sulla memoria, stimolanti le percezioni sensoriali e riducenti il senso di fatica. 

Uno studio pubblicato dal British Journal of Nutrition indica il cioccolato fondente come una fonte preziosa di polifenoli, più ricco di queste sostanze rispetto al vino e al tè verde o nero. In questo studio sono stati valutati gli effetti del consumo di 20 g di cioccolato fondente (contenente 500 o 1000 mg di polifenoli) per 2 settimane, sulla glicemia, sulla colesterolemia e sulla pressione arteriosa in 40 persone in sovrappeso o obese. Il consumo di cioccolato contenente 500 mg di polifenoli ha prodotto una riduzione significativa, sia della glicemia a digiuno che della pressione arteriosa. L'assunzione di 1000 mg di polifenoli al giorno non ha comportato effetti diversi sugli stessi parametri. Lo studio conferma, dunque, i benefici del consumo regolare di dosi moderate di cioccolato fondente sul metabolismo del glucosio (prevenendo diabete e sovrappeso) e nel controllo della pressione arteriosa. 
Azione antietà: aggiungere 2 cucchiaini di cacao amaro solubile al latte (vaccino, di capra, di riso, di mandorle o di soia) del mattino, anche per lunghi periodi. 

Tra le pur positive proprietà nutrizionali sopra riportate và comunque sottolineato che i prodotti comunemente disponibili in commercio, contengono una quantità molto variabile di cacao, mentre spesso rivelano quantità elevate di grassi e di zuccheri. Quindi, anche se è innegabilmente piacevole mangiarlo, bisogna stare sempre attenti agli eccessi e consumarlo con moderazione, in accordo alle raccomandazioni dietetiche della comunità medico-scientifica internazionale

mercoledì 29 agosto 2012

Aloe vera, un aiuto dalla natura


Spesso chiamata la “Pianta del Miracolo” oppure il “Guaritore Naturale”, Aloe Vera è una pianta dalle infinite risorse. Sono note più di 350 varietà di ALOE, di cui soltanto tre o quattro possono vantare notevoli proprietà salutari e medicinali. La più ricca di vitamine, aminoacidi ed enzimi è l'aloe barbadensis miller nota come aloa vera.

L'interesse per questa pianta si estende da oltre 2000 anni, accompagnata da miti e leggende. Gli antichi cinesi, egiziani e greci la usavano come rimedio medico. Gli scienziati hanno scoperto che il gel di Aloe Vera è una miscela antibiotica, astringente, agente coagulante, inibitore del dolore, stimolatore della crescita delle cellule e inibitore della cicatrice. Esso contiene un totale di 70 ingredienti essenziali , la maggior parte  delle vitamine tra cui la B12, minerali, enzimi, proteine e aminoacidi. 

Questo significa che è un fantastico rimedio per le scottature. Aiuta a curare quasi tutte le malattie della pelle, dalle scottature alle ustioni, eruzioni cutanee, ferite, punture, acne, herpes labiale, punture d’ insetti, l'artrite e persino come una crema anti-invecchiamento .Il gel ha anche funzioni disintossicanti, infatti se assunto oralmente  agisce come purificante in maniera dolce sull'apparato digerente e penetrando nel tessuto cellulare, elimina le cellule morte della pelle, aiuta a rigenerare la crescita di quelle nuove e favorisce la salute dei tessuti accelerando la guarigione. La parte periferica della foglia, invece, contiene l’aloina, una droga antrachinonica con effetto lassativo e irritativo per il colon. Per questo motivo è sconsigliato assumere per bocca preparati a base di Aloe Vera che contengono la parte esterna (verde) della foglia.

Il benessere ha una forma: la piramide alimentare


Lo stile di vita dei nostri giorni è caratterizzato da grande disponibilità di cibo e da una sempre più diffusa sedentarietà che portano a vivere in una situazione di apparente benessere psico-fisico che spesso non corrisponde con lo stato di salute. Viviamo, quindi, in un’epoca ove all’allungarsi dell’aspettativa di vita si registra anche la crescita del rischio di patologie quali: obesità, malattie metaboliche, cardiovascolari e cancro.
 Al fine di orientare la popolazione verso comportamenti alimentari più salutari, il Ministero della Salute ha affidato ad un Gruppo di esperti (D.M. del 1.09.2003) il compito di elaborare un modello di dieta di riferimento coerente sia con lo stile di vita attuale che con la tradizione alimentare del nostro Paese. 


Nasce così la piramide settimanale dello stile di vita italiano che si basa sulla definizione di Quantità Benessere (QB) riferita sia al cibo che all’attività fisica.
Al piano terra della piramide troviamo frutta e verdura che, nei loro cinque colori del benessere (rosso, verde, giallo-arancio, bianco e blu-viola), possiedono un particolare patrimonio nutrizionale in fotocomposti (dei quali fanno parte carotenoidi, clorofilla ecc), sostanze chimiche molto importanti nella prevenzione di molte malattie cronico-degenerative (fra cui rientrano alcune malattie del benessere). 
Al secondo piano sono presenti gli alimenti ricchi di carboidrati complessi: pane, pasta e riso, patate e biscotti.

Il terzo piano comprende i cibi ricchi di proteine di alta qualità biologica: carne e salumi, pesce e prodotti ittici, legumi, uova. Al quarto piano si trovano invece i grassi da condimento (olio extravergine d’oliva e burro) ed i latticini (latte, yogurt e formaggi), che contenendo più grassi (soprattutto i formaggi) devono essere consumati con moderazione.
Il quinto piano comprende gli alimenti non fondamentali per la dieta, ovvero gli alcolici (vino e birra) e i dolci da condimento (miele e zucchero). 

Alle abitudini alimentari descritte dalla piramide sono state abbinate anche una corretta idratazione (1,5-2l di acqua al giorno, specie tra i pasti principali e cominciando la mattina a digiuno), e delle abitudini di attività fisica: non si può parlare di stile di vita attivo e alimentazione sana se non c’è la pratica quotidiana, costante e moderata di un po’ di movimento.

Campagne sociali contro l'obesità






lunedì 27 agosto 2012

Le mille facce dell'orzo



L’orzo, una pianta erbacea appartenente alle graminacee, era conosciuta ed impiegata già nell’antichità per via delle sue molteplici proprietà benefiche. 
L’orzo, molto ricco di silicio (utile al cervello ed al sistema nervoso), è un alimento adatto all’alimentazione di ogni fascia d’età (dai bambini agli anziani). 

Questo cereale apporta all’organismo una buona dose di fibra, fosforo, potassio, magnesio, ferro, calcio, vitamina PP e vitamina E. Molto facile da digerire, è altamente energetico e facilita la concentrazione e l’attività cerebrali.

Le proprietà di questo cereale sono le seguenti:
- proprietà antinfiammanti e rinfrescanti per tutto l’apparato digerente, l’apparato respiratorio e le vie urinarie;
- conferisce sollievo a chi soffre di colon irritabile (colite), di flatulenza e fenomeni fermentativi;
- proprietà lassative: è un ottimo alimento per combattere la stitichezza;
- contrasta la gastrite, il reflusso gastrico;
- ha proprietà emollienti;
- rinforza il sistema immunitario;
- stimola la circolazione periferica;
- è rimineralizzante delle ossa, perchè ricchissimo di fosforo. 

L'orzo contiene l'ordeina, una sostanza che attiva l'adrenalina, per questo è considerata nella sua versione di bevanda come sostitutivo del caffè. Chi non può introdurre molta caffeina, come i cardiopatici, può assumere questa variante, molto più sana ed efficace.  Contrasta, inoltre, i problemi cardiovascolari esplicando effetti positivi sul colesterolo, per questo è consigliato ai diabetici. Tra i tanti benefici c'è né uno particolare e poco noto quello di stimolare il latte materno.
Insomma questo cereale sembra proprio essere un alimento fondamentale nell’alimentazione umana.

sabato 25 agosto 2012

Anguria: proprietà e benefici


La pianta dell'anguria, o cocomero, il cui nome scientifico è Citrullus Vulgaris, appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, il suo frutto è molto voluminoso dalla forma sia rotonda che ovale e può superare il peso di venti chilogrammi. 

Si tratta di un frutto che vede al primo posto la percentuale elevatissima di acqua, la quale oltrepassa il 95%. A seguire gli zuccheri rappresentati dal fruttosio e poi le vitamine A, B, B6 e la C, mentre tra i sali minerali possiamo ricordare soprattutto il potassio e il magnesio, che proprio in estate risultano essere utili per contrastare la stanchezza e la spossatezza tipiche conseguenze di un caldo afoso e di una sudorazione più profusa. Presenta inoltre pochissime calorie, solo 30 per 100 grammi!
 
L'anguria è ricca di sostanze antiossidanti, come ad esempio i carotenoidi, importanti per proteggere il sistema immunitario e lottare contro i radicali liberi. Tra i più conosciuti il licopene, una sostanza contenuta in tutti i vegetali di colore rosso e rosso-arancione, come ad esempio il peperone e il pomodoro.
 
Per noi donne l’anguria può essere inoltre una valida alleata per contrastare la cellulite e il gonfiore agli arti inferiori, inoltre un suo uso esterno svolge azione sia emolliente sia rinfrescante: la polpa dell'anguria può essere infatti usata per trattamenti estetici della pelle del viso. Questo frutto è sconsigliato a tutti coloro che hanno un intestino "vivace" poiché i semi, se ingeriti, possono manifestare proprietà lassative. 

L'anguria contiene dei salicilati naturali, sostanze impiegate in ambito farmaceutico per la preparazione di medicine, prima fra tutte l'aspirina; esistono persone che sono allergiche o hanno sviluppato un’ intolleranza a queste sostanze, per cui, in questi casi, è d'obbligo la consultazione di un medico prima di consumare questo tipo di frutto.
Per i bambini con età inferiore ai tre anni, è meglio essere cauti con l’assunzione poiché le sostanze aromatiche presenti nella polpa del cocomero potrebbero essere poco digeribili, meglio in ogni caso offrirla come spuntino a metà mattina, magari in spiaggia e non dopo cena.


lunedì 30 luglio 2012

Il ruolo dell'alimentazione nella produzione dei gas nel tratto gastrointestinale


Nella pratica clinica è molto frequente la segnalazione di fastidi collegabili alla presenza di gas nel tratto gastrointestinale: eruttazioni, meteorismo, flatulenza, sensazione di distensione e dolorabilità addominale. 
Tali disturbi sono spesso indotti da un aumento dei fenomeni fermentativi e/o putrefattivi, sindrome dell’intestino irritabile, eccessiva emotività con secondari fenomeni di somatizzazione e soprattutto scorrette abitudini alimentari. Con ogni deglutizione si inghiottono circa 3-5 ml di aria, nello stomaco pertanto, vi è quasi solo aria deglutita. Le bibite fredde e gassate ad esempio, sono capaci di sviluppare gas nello stomaco pari a circa 3 volte il proprio volume, quindi una lattina da 330 ml produrrà circa 1l di gas nella camera gastrica. Alimenti capaci di liberare aria nello stomaco sono quelli che la contengono come crema, panna montata, zabaione e cappuccino.
Se l’alimentazione è ricca di carboidrati (semplici e complessi), specie di determinata provenienza alimentare, un certo beneficio si potrà ottenere dalla limitazione di frutta, legumi, farina di grano e mais, avena, patate, fruttosio, sorbitolo, dolcificanti e in alcuni casi pane fresco. Diventa pertanto importante consumare pasti piccolo e frequenti, evitare una masticazione frettolosa ed incompleta, bevande gassate,  evitare dolcificanti che contengono polialcoli (mannitolo, sorbitolo, xilitolo). 

È giusta la riduzione delle fibre alimentari e dei cibi integrali; gli zuccheri semplici della frutta è meglio consumarli lontano dal pasto principale, prediligere riso e prodotti secchi quali fette biscottate, biscotti e pane tostato. Ma prima di eliminare i carboidrati è indicato indagare l’eventuale presenza di malattie da malassorbimento o da mal digestione degli zuccheri.
L’ eventuale presenza di reflusso gastroesofageo sollecita una maggiore salivazione per neutralizzare l’acido, con conseguente aumento del numero di deglutizioni e l’inevitabile trascinamento di aria. Attenzione quindi alle gomme da masticare, alle caramelle a lenta dissoluzione e il fumo, che va in parte a finire nell’esofago e nello stomaco, aumentando la quota di gas. Questo sintomo si presenta anche in alcune condizioni patologiche quali le intolleranze al lattosio, al fruttosio, sorbitolo e celiachia, per le quali è indispensabile, oltre ai consigli sopra citati, seguire un’opportuna dietoterapia.

mercoledì 25 luglio 2012

La Dieta Mediterranea


La Dieta Mediterranea (DM) è universalmente considerata come il regime ottimale per favorire lo stato di salute e, conseguentemente, la durata e la qualità della vita. Caratterizzata dal consumo bilanciato di alimenti ricchi di fibre, antiossidanti e grassi insaturi, la DM offrirebbe un approccio alternativo salutare volto ad abbassare il consumo di grassi animali e di colesterolo nella dieta ed inoltre l’appropriato bilancio tra apporto e dispendio energetico. 
I rapporti tra i macronutrienti energetici rispondono a quelli riconosciuti come adeguati, cioè 12-15% dell’energia totale da proteine, 25-30% da lipidi e la restante quota da carboidrati. Essa ripropone gli alimenti tipici dei paesi dell’ area mediterranea, come cereali, frutta e verdura, legumi, pesce (in particolare pesce azzurro), olio extravergine d’oliva come unica e principale sorgente di lipidi, le cui proprietà benefiche sono tramandate negli anni, attribuendogli dunque il ruolo di alimenti in grado di prevenire malattie cronico-degenerative. Sono inoltre presenti altri alimenti non tipicamente mediterranei, il cui consumo deve avvenire moderatamente come carne e formaggi. Deve dunque essere una dieta povera di grassi saturi (animali o vegetali), ricca in carboidrati complessi, olio d’oliva, vegetali, fibra, vitamine. 

mercoledì 18 luglio 2012

Chi è il nutrizionista



Il nutrizionista non è uno specialista che si occupa solo di compilare diete a persone obese o con problemi di sovrappeso, ma è soprattutto uno specialista che ha la responsabilità di prevenire malattie, guidare ed educare le persone sulla adeguata e corretta maniera di alimentarsi e di migliorare le condizione di salute di chi è ammalato. 

La dieta personalizzata rispecchierà lo stile Mediterraneo, considerato dalla Medicina unico modello efficace nel tempo e adattabile a qualsiasi individuo: tale dieta è in grado di determinare sia un notevole benessere psico-fisico, sia uno scudo nel prevenire le più comuni patologie (Obesità, Diabete, Ipertensione, Dislipidemie, Aterosclerosi, Tumori, ecc), che sono in parte provocate da stili di vita scorretti, privi di evidenze scientificamente riconosciute.